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Il copyright è uno strumento di tutela economica?

Come mai, malgrado le evidenze contrarie fornite da innumerevoli studi, le major dell'infotainment persistono nel ritenere lo scambio in internet di materiale cinematografico e musicale un danno economico per le imprese del settore?
Forse la repressione delle vere o presunte violazioni del diritto d'autore nasconde scopi diversi dalla tutela degli investimenti imprenditoriali nel settore editoriale?
"La pirateria aiuta il cinema" ma lo studio viene 'secretato'

sintesi da fonte: la Repubblica (repubblica.it) - 29 luglio 2011 - di Alessandro Longo

A giugno, una mega indagine della polizia tedesca  ha portando all’arresto dei 13 amministratori del sito di link a film in streaming kino.to. Sul sito adesso appare un avviso, “chiuso in base al sospetto di aver creato un’organizzazione criminale che violava il copyright”. L’industria cinematografica tedesca ha quindi commissionato uno studio, per provare che il sito aveva danneggiato le vendite. Lo studio - secondo quanto riferito a Telepolis da una fonte di GFK - ha dimostrato il contrario. Che gli utenti usavano il sito perlopiù per avere un’anteprima del film, che poi avrebbero acquistato o visto al cinema.


Secondo Ifpi (International Federation of Music Phonographic Industry) la pirateria ha danneggiato il mercato mondiale per 500 milioni di dollari nel 2010. In Europa, il danno potrebbe essere di 240 miliardi tra il 2008 e il 2015 e di 1,2 milioni di posti di lavoro perduti.
Altri studi negano che ci sia questa correlazione tra pirateria e calo delle vendite. Li ha raccolti di recente il Libro Bianco del Copyright, pubblicato dal movimento Sitononraggiungibile.it, che così ha contrastato una delibera dell'Autorità garante delle comunicazioni, l'Agcom, in materia.
C’è pure, del 2010, uno studio indipendente del Gao 4, un’agenzia che fa studi per conto del Congresso americano: rileva che è impossibile confermare un rapporto di causa-effetto tra la pirateria e le perdite dell’industria, che tra l’altro sembrano colpire perlopiù quella musicale mentre il business delle sale cinematografiche è fiorente 5: 120 milioni di spettatori in Italia nel 2010, +10 per cento sul 2009 e miglior risultato degli ultimi 25 anni.